Numerosi studi evidenziano come i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e i giovani migranti abbiano spesso affrontato situazioni estreme nei propri Paesi di origine, durante il soggiorno nei Paesi di transito e, più in generale, nel viaggio migratorio, esponendosi a violenze, torture, abusi, violazione di diritti umani e varie forme di sfruttamento.
Esperienze traumatiche che, per questi giovani, rappresentano fattori di rischio rispetto all’insorgere di disagi psicologici e/o di disturbi psichiatrici, andando ad incidere sul loro benessere e sulla loro condizione esistenziale.
Di questo e di molti altri aspetti si sono occupati alcuni ricercatori, i cui risultati sono confluiti nel recente rapporto dell’Unicef intitolato “Percorsi sospesi. Il benessere psicosociale dei minori stranieri non accompagnati e giovani migranti ai tempi del COVID-19 in Italia”.
Tra le molte indicazioni che di possono ricavare, preme segnalare il fatto che la situazione pandemica ha esercitato sui ragazzi e sulle ragazze migranti un forte impatto modificativo della vita quotidiana poiché, oltre ai cambiamenti subiti dal resto della popolazione, essi hanno:
- visto interrompersi tutte le attività volte alla loro inclusione sociale, con notevoli ripercussioni sul piano del benessere psicologico e della salute mentale;
- visto modificarsi le modalità di funzionamento delle strutture di accoglienza e di assistenza psicosociale;
- visto che molti progetti di accoglienza, con presa in carico di tipo psicologico, erano solamente temporanei, poiché dipendenti da finanziamenti ad hoc, tanto che i servizi integrati di salute mentale e di supporto psicosociale che erano stati attivati nei loro confronti sono stati interrotti o fortemente diminuiti.
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